"Si sentiva come se non avesse un passato.
Come se si fosse trovata in quel luogo senza
sapere da dove veniva.
Era stanca di quella stanchezza che
sa dare solo il vuoto..."

-la solitudine dei numeri primi-

martedì 7 luglio 2009

PER CHE COSA VIVI?



Questo è un pensiero che mi è tornato in mente di recente, durante una delle tante passeggiate che ho fatto ultimamente sul lungomare di questa piccola cittadina marittima...C'ho pensato mentre con la mente tornavo alle quasi sempre insopportabili mattinate a scuola, in mezzo a ragazzi e ragazze sempre vivaci e un pò presuntuosi. Presuntuosi perchè ad ogni argomento che il professore tira fuori, ognuno a sua volta tira fuori la propria opinione, ma esponendola come fosse una verità scientifica; e in uno di quei giorni il professore pone sul forum della scuola questa domanda..."Per che cosa vivi?". A quei tempi non avevo nemmeno un briciolo di interesse per quello che i miei compagni o i professori avevano da dire, e me ne dimenticai. Oggi invece ci rifletto su, e capisco che la domanda è di fondamentale importanza. Si potrebbe rispondere in moltissimi modi. Infatti prontamente c'è stato chi diceva di vivere per raggiungere la felicità, chi invece sosteneva che moriremo tutti e non vale la pena trovare un motivo per vivere, altri sostenevano che questa è solo una fase di passaggio, e che la "vera vita" verrà solo dopo, quando anche noi finiremo fra le braccia di Dio; altri dicevano che bisogna "vivere per la vita", altri per l'amore, per il divertimento, per i singoli momenti, ecc ecc... Ma nelle loro risposte, apparte qualche eccezione, non ci vedo il dubbio. Non ci vedo la distruzione e le lacerazioni tipiche del dolore, non sento la voglia di andare a fondo in queste stesse risposte, o voglia di cambiare qualcosa in questo modo di vivere. In realtà la maggior parte delle persone, parlando in generale, il senso della vita lo trovano già vivendo. Non c'è bisogno di starci troppo a ragionar su. Raggiungere i piccoli grandi obiettivi di tutti i giorni, sentire la soddisfazione e la gioia per le azioni che hai compiuto, riuscire ogni giorno a trovare l'entusiasmo di farsi belle, di fare colazione, di ripassare la lezione in macchina, ti scherzare e ridere, soffrire, elaborare la sofferenza e andare avanti. Tutto ciò basta a dare un senso ad ogni singolo giorno. Ma purtroppo molti altri questo senso non ce l'hanno o lo hanno perso fra indicibili sofferenze. Sono quelli che si svegliano e hanno quasi sempre voglia di piangere perchè non sanno che farsene del sole che brilla fuori dalla finestra...quelli che non riescono a cicatrizzare le ferite che lacerano l'anima, quelli che si fanno milioni di domande, perdendosi nei loro dubbi, nelle paure più oscure, quelli che si sentono qualcosa dentro il cuore che li spegne a poco a poco e allo stesso tempo li infiamma di rabbia. Per tutti quanti un simile modo di fare è sbagliato, ma obiettivamente è QUESTA la vita per queste persone, e purtroppo spesso chi non ci passa non riesce o non vuole capirci nulla, al massimo può giudicare, sicuramente non aiutare. Eppure da questo stato semi-comatoso si può uscire. Bisogna trovare uno motivo sano per cui vivere, è necessario. Risposte come "volersi bene, coccolarsi, avere difucia in se stessi, credere nel futuro" sono frasi verissime e che io sostengo decisamente. Ma non sono uno scopo di vita. Sono dei mezzi per raggiungere lo scopo. Qual'è lo scopo per voi in questo momento? Io voglio ancora pensarci su...ma vorrei tanto sentire le vostre risposte. Anche la prima cosa che vi viene in mente. La prima cosa positiva che adesso vi fa risvegliare anche solo un pò la voglia di sorridere.
"Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione"
Leopardi

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