"Si sentiva come se non avesse un passato.
Come se si fosse trovata in quel luogo senza
sapere da dove veniva.
Era stanca di quella stanchezza che
sa dare solo il vuoto..."

-la solitudine dei numeri primi-

venerdì 24 dicembre 2010



Have yourself a Merry little Christmas bloggers! =)


martedì 30 novembre 2010

Hard to stay


C'è sempre qualcosa che dobbiamo smettere di fare. Tutti sopportano o vivono qualcosa di sbagliato, che andrebbe risolto, abolito, cancellato. Può essere una sciocchezza. Può essere l'amico di turno che dice una falsità sul tuo conto, può essere qualcuno che ti coinvolge in una situazione che ti infastidisce e che accetti per amore di non litigare, puoi essere tu che perdi tempo con cattive abitudine, o sei tu di fronte ad un muro che non riesci ad abbattere, anzi, più lo guardi e più ti attrae, più resti fermo e più ti intrappola. Ritorna, riappare sempre, è uno spettro, quel che è peggio, lo spettro di chi è stato ucciso e reclama la sua vendetta. Siamo sempre noi, siamo spire di vento rinchiuse in un barattolo, non di vetro ma di tutte le lacrime che ci si sono congelate in petto, che non basterebbe una vita intera a piangerle tutte. Ho odiato chi non ha chiesto di nascere. Così come io non ho chiesto di vivere in questa vita così difficile e pesante allo stesso modo la malattia che ho in testa, questa cocente, continua disperazione, non ha mai chiesto di esistere, è il fantasma di una speranza vitale tradita dal destino. Mi frantumo addosso alle pareti della mia razionalità, cerco risposte e trovo aghi che mi cuciono la bocca, più cerco e più soffoco, e quel che non respiro nutre la mia infelicità, lei osserva zitta, lei mi conosce, ma non ci siamo scelte. Persino noi due ci sopportiamo, come due consorti annoiati persino ad ammazzarci a
vicenda.

Non ci sono mai garanzie quando sfidi una tempesta. Sono al centro della sua furia e l'unico mio conforto è sapere che ho ancora una scelta. Posso continuare a vorticare nel nulla, ad abbattermi e a lottare in una prigione di vetro, o vincere. E' troppo semplice dire che si tratta di volontà, omettendo il dettaglio che la volontà non è unica in una mente spezzata; esiste la volontà del mostro, del fantasma, dello spettro (della depressione, della nevrosi, del male, quanti nomi gli si potrebbe dare) di continuare a esistere. Insomma, ha un istinto di sopravvivenza anche lui. Ho sempre creduto che fosse una specie di demone estraneo a me, un aggressore sconosciuto da rinnegare; invece è solo un pezzo di me, ferito fino alla morte, che nutrito da paura, dolore, ma soprattutto troppa, infinita rabbia, è diventato ciò che mi tormenta e che esige giustizia. Per questo è così difficile dirgli di no. Perchè, per quella parte di noi che coincide col nostro tormento, quel qualcosa, che dovremmo smettere di fare perchè ci danneggia, in realtà è giusto, è una piccola vendetta, è un atto di rivendicazione del nostro diritto ad avere potere su una vita che sembra averci deliberatamente schiacciati.
Non va distrutto. in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, è risaputo. E la mente non funziona diversamente. Cercare di tapparsi le orecchie e non sentire più una parte di noi stessi è ugualmente un modo di ferirci. Ogni uragano alla fine trova il cielo in cui disperdersi per tornare nuvola. Così sarà per il mio fantasma. Accettare, accettare tutto ciò che mi terrorizza e, in una parola,
ricostruirmi
.




"cause there's beauty in the breakdown."

venerdì 11 giugno 2010

conto alla rovescia


Questo è un brevissimo avviso per chi capiterà in questo blog in questi giorni. Non posso davvero staccare, qua in trincea la battaglia è durissima..state sereni, cercate davvero di stare bene, anche se non lo accettate, anche se a volte può sembrare ingiusto stare bene, ingiusto verso un dolore che reclama soddisfazione. Non bisogna fermarsi, nè bloccarsi, la vita è imprevedibile, ed è un flusso che girando girando può condurti anche alla soluzione, se sospinta in avanti e protetta dalla forza così attraente dell'irrealizzabile nulla.

Per il resto, fra una settimana ho gli esami di stato! Il tempo si è veramente estinto..
pulsa nella testa, precipita, scivola fra le dita spezzate, bisogna tuttavia agguantarlo, il maledetto...
p.s. se vi va, dite come sono andati i vostri, o come pensate che vi andranno, insomma cosa ne pensate a proposito!

domenica 18 aprile 2010

dormiveglia

Dormo su petali di aria,
la veglia mi intorpidisce gli occhi,
nebbia e silenzio e il dolore di sempre,
assopito,
per quell'istante in cui l'inferno si riposa...
il riflesso dei frammenti mi ricorda il passato,
non parlo e osservo il mio cielo...
sono nel bianco di una cecità indotta,
e le nuvole sono parole in una distesa di ricordi muti.
Le preghiere mi scivolano addosso,
come la pace,
come le spine.
Respiro la tua morte e maledico il mio risveglio.
Sono la mia tomba
e il mio delirio.

domenica 4 aprile 2010

MUST


Basta fingere, basta mentire. sono tornata dalla gita da una settimana e non è andata bene. è stata un'overdose di infelice consapevolezza. consapevolezza di quanto sono infinitamente sola e diversa. non riesco a studiare. non riesco a reagire, non riesco a muovermi. non posso tornare al male ma rischio di essere inghiottita da un male peggiore. il vuoto, l'assoluto vuoto, il nulla. Il tempo è già scarso, ogni secondo mi avvicina a scelte irreversibili ed io sono congelata. non ne vale la pena, ma sono sepolta sotto il peso di questo vuoto. questa disperazione mi affoga, e la paura, e la sofferenza, le conosco troppo bene, mi divorano il cuore, non lasciano niente. il mio dolore ha una fame terribile e se non riceve giustizia si ciba della vita che ruba a me. Vi chiedo scusa se sparisco, ma qualunque cosa vi faccia soffrire, sappiate che siete nei miei pensieri, che so che siete più forti di quello che vi distrugge e che se lo si vuole davvero si può vincere la disperazione. Io sto così male perchè non ho volontà sufficiente. perchè se la vita mi da 10000 motivi per soccombere io non riesco a trovarne più di 10 per resisterle, e me li devo far bastare.

la mia infelicità mi opprime e mi disintegra, ma per la vita che ho, per il dolore che posso ancora risparmiarmi, per le ferite che sono ancora in tempo a guarire devo tirare fuori le palle di stringere i denti e fare ciò che devo per uscire fuori dal nulla che mi risucchia via. So solo che adesso soffro per quello che non ho fatto in passato. Significa che in futuro mi salverò, per qualcosa che farò adesso. la salvezza del mio futuro dipende da quello che costruirò nel presente.


anche se le cose vi vanno male, anche se il mondo vi crolla addosso, sappiate che la vita è questa, ma può anche essere altro. ricordo di aver pensato qualche giorno fa che la mia vita non mi piace. la soluzione è sorta spontanea e naturale. Per piacermi devo fare qualcosa che mi piaccia.

Berlino era stupenda, ed il cielo dall'aereo spettacolare...sono sempre più convinta che il male vero si trovi solamente nella mente delle persone...

sabato 20 marzo 2010

Lunedì 22 Marzo alle 8.00 del mattino partenza in autobus. Destinazione, aereoporto. L'aereo parte per Berlino!!!

Esatto, fra soli due giorni parto in gita con la mia classe e starò lì una settimana, per cui purtroppo non avrò modo di andare sul web (dato che lì fanno sborsare un capitale per qualunque sciocchezza, dubito di trovare un internet point >__<). Ovviamente per colpa del mio caratteraccio per il momento incorreggibile sono ancora in mezzo a una strada fra valigia e vestiti e altre cosuccie che devo sistemare...Nonostante ciò sono contentissima di cambiare aria per qualche giorno, e fatta eccezione per il rischio di morire congelata dovrei anche divertirmi molto .__. !


Parlando d'altro...
l'universo sembra condurmi alla psicoanalisi...fra i vari libri che il professore di filosofia ci ha dato come scelta per gli esami mi sono quasi per caso ritrovata ad avere affidata l'introduzione alla psicoanalisi di freud...e la professoressa di italiano si dilunga nella spiegazione del metodo psicoanalitico sfogliando la coscienza di Zeno...sebbene io sia molto più tentata a portare Pirandello agli esami, e di storia Hanna Arendt e la banalità del male, un processo di prospettiva psicologica a proposito delle origini del male nelle azioni di coloro i quali hanno determinato l'olocausto...
e' l'unico argomento di storia che mi abbai mai veramente interessato, che mi abbia mai profondamente colpito...nella simulazione della prima prova d'esame ho scelto il saggio breve sulla memoria storica... Ho preso 9 e mezzo. La professoressa più severa ma secondo me eccezionale del classico mi ha detto che è stato un piacere leggere un compito cosi meraviglioso, ed il 10 non me l'ha messo per alcuni termini troppo espressivi...mi ha detto di fronte a tutti di scrivere un libro, per sublimare la fortissima tensione negativa che sente nelle mie parole trasformandola in energia costruttiva...e in disparte mi ha detto che scrivere può trasferire il trauma dall'inconscio alla carta permettendomi cosi di analizzarlo e accettarlo fuori da me...

Ed il giorno dopo ha fatto una lunga spiegazione sul metodo psicoanalitico...appena ho finito di preparare la valigia la posto magari, è molto interessante...
chissà, magari leggere Freud sarà un'esperienza determinante nelle scelte dell'immediato futuro.....

lunedì 15 marzo 2010

Fuori Uno...ne Mancano 99

YEEEEEEEEEEE MI SONO TOLTA IL PESO DELLA SIMULAZIONE *__*




Ed oggi inoltre era il 100° giorno prima degli esami...fra 99 giorni... /\/\/--->EXAMS

Dopo 3 giorni di insopportabile studio e tensione...che strano, fino a 3 giorni fa, a 4, 5 , due settimane fa, mi sembrava inesistente la simulazione, qualcosa che sì , c'è, ma in fondo in fondo senza consistenza , senza reale importanza nella mia mente, perchè non mi ero inserita nella condizione mentale di affrontarla...credo sia cosi un pò per tutto...finchè non ti metti nella condizione mentale di dover affrontare o vivere un'esperienza, non comprendi mai veramente che quella accadrà veramente...come una guarigione...finchè sei ammalato, non pensi seriamente alla guarigione; anche se sai che accadrà, finchè non arriva il momento di curarsi seriamente, per debellare il malessere, non te ne rendi conto...vale per il fisico, per la mente, per le esperienze di tutti i giorni...

mi devo mettere nella condizione mentale di dover affrontare il tempo necessario affinchè le mie ferite guariscano...fino ad ora, non ho mai voluto davvero accettare di curare questo malessere dell'anima...ma capito il meccanismo, bisogna solo esercitarsi, finchè ciò che sembra impossibile diventa fattibile, e le illusioni vengono cancellate ma in cambio di verità utili e costruttive, e non buone solo a cadere più in basso, per l'incapacità di saperle gestire...


Sto pensando al cielo dietro la tempesta...mi piace pensarlo, ora che lo che c'è...


sabato 13 marzo 2010

tre parole...

SIMULAZIONE TERZA PROVA!



DOMANI MATTINA ED OGGI DEVO COMPLETARE TUTTO! aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaAAAAAAAAaaaaaaaa


aaaAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRRrrrrrrGGGGGGGggHHHHhh!!!




ORE DI FUOCO......E COMPLETARE TUTTO E' UNA NECESSITA'!! !


a domani, quando riemergerò (si spera viva) dai libri!!!!


Un abbraccio e una buona domenica a tutti <3


p.s. Il post non è di ieri sera, ma di stamattina, l'orologio di blogger è sfasato >__<

martedì 9 marzo 2010

One day...is today





"Ok, tutto chiaro. Da domani comincio."



"No, oggi mi è successo questo, mi sono sentita così, ho dovuto fare questo, questo e quest'altro, troppo dura, troppo pesante, troppo tutto. Pazienza, ma da domani...."



"No, oggi (...) . Ma da domani..."



"(...) da domani..."



STOP.



Non ha alcun senso. Se esiste una ragione a cui affidarsi, non è per offenderla in questo modo. A cosa mi serve capire cosa fare, se poi non riesco a rinunciare al male. Sì, perchè per quanto possa sembrare assurdo, quando credi di non avere più niente e ti ritrovi nelle tenebre, va a finire che ti affidi all'unica cosa che senti accanto, il dolore, quella tenebra oscura e sbagliata eppure cosi presente in quel vuoto di senso che attanaglia l'anima. Il male peggiore è il bisogno del male stesso. Questi, per me, sono i fiori del male. Sono tutte quelle debolezze e quelle fragilità nate dal dolore a cui ci siamo uniti nella disperazione. Ma dopo aver intravisto nella tenebra illusoria la realtà, una parte di me che credevo morta per sempre e che invece aspetta solo me per vivere, non mi resta nient'altro da fare se non



RINUNCIARE.


E' terrificante. Pensare di rinunciare a ciò che pur facendo altro danno almeno dava un senso a quelle voragini. Un male attraverso cui dimenticare il male peggiore, quello a cui non sai dare un senso e che ti leva anche il pensiero. Ma dimenticare è sbagliato. Non si dimentica, ci si ferma e basta. Ed io DEVO continuare a muovermi, come ho sempre fatto, ma non più cosi, con questo peso devastante, con questa debolezza insopportabile, con questo continuo cadere a causa della totale assenza d'energia. Io nella tenebra ho intravisto luce, vita ed energia. Finalmente qualcosa che può sostenermi più del dolore, che può confortarmi senza ferirmi, e guarirmi senza uccidermi. Che riporti in vita i fiori sbocciati ma congelati dal male.


Basta mentire a me stessa, basta rimandare a quell'inutile domani che è solo un oggi uguale a ieri, basta sprecare, basta tapparsi le orecchie per non sentire la verità e la paura che essa comporta, basta con la paura di saltare.



Ora l'orologio ha ricominciato a ticchettare...





I follow the night
Can't stand the light
When will I begin
to live again?

One day I'll fly away
Leave all this to yesterday

What more could your love do for me
When will love be through with me

Why live life from dream to dream
And dread the day when dreaming ends

One day I'll fly away
Leave all this to yesterday
Why live life from dream to dream
And dread the day when dreaming ends

One day I'll fly away
Fly
fly away...

lunedì 8 marzo 2010

Woman's Day



102 anni fa in questo stesso giorno un gruppo di donne coraggiose sono morte per difendere i loro diritti. Spendo solo poche parole su questo giorno particolare, per non scadere nel banale in cui tutto ciò che ha valore tende a ritrovarsi, ultimamente...
Oggi non è un giorno di festa solamente, ma principalmente di ricordo. Quelle donne erano sole, erano spaventate, erano usate e maltrattate, ma si sono sacrificate per qualcosa di superiore a tutto questo, qualcosa che ad un certo punto diventa un'esigenza, che nessuna persona può ignorare. La libertà di essere ciò che si è senza discriminazione, e attenzione, perchè non c'entra il razzismo o la misoginia, basta pochissimo, anche oggi, anche fra persone ritenute del tutto civilizzate, per soffocare la libertà di una donna. A volte siamo proprio noi le prime a soffocarci, perchè il mondo è ancora dominato dal frastuono e dalla fretta, e non c'è la calma necessaria a capire che sotto quella frenesia si nascondono ancora quelle paure di cento , di mille anni fa, con la differenza che oggi si nascondono profonde sotto il silenzio e l'ipocrisia, e danneggiano molto in fondo. Ovviamente non è un discorso unicamente femminile, ma per oggi mi concederò il permesso di dare la precedenta a noi piccole onde di un mare tempestoso. Almeno oggi bisogna ricordare quello per cui quelle 129 donne morte bruciate vive nella loro stessa fabbrica degli orrori hanno lottato, la libertà di vivere. Basta poco per rispettare, almeno oggi, il loro sacrificio e quello di tutte coloro che sono state apparentemente dimenticate o scomparse inghiottite dalla perbenistica indifferenza che sembra dominarci. Basta...


rinunciare per un attimo ai problemi e alle preoccupazioni, anche solo un secondo, il tempo d'un pensiero...



e lasciarsi andare a quella leggerezza e a quella dolcezza che ogni cuore di donna, anche quello più ferito, possiede...



chiudere gli occhi e ricordare che noi siamo preziose. Siamo belle, perfette e giuste. Non importa cosa è stato, cosa abbiamo fatto, cosa ci hanno fatto, cosa potremmo fare, gli errori che ci hanno fatto soffrire o che temiamo di compiere, non importa il dolore, non importa tutto il male, non importano i tagli e le ferite, non importa nulla se non NOI, coraggiose e speciali, uniche ed inimitabili, inestimabili e luminose stelle che non si spegneranno mai, nemmeno nella notte più oscura.



PIACETEVI RAGAZZE, SIETE MERAVIGLIOSE!

BUONA FESTA DELLE DONNE A TUTTE VOI

martedì 2 marzo 2010






DENTRO:



Diversa, diversissima vista. Quando scali una ripidissima montagna, e ti fissi esclusivamente sulla roccia di fronte alla tua faccia, a lungo andare, anche se magari sai che alle tue spalle c'è il mondo, te ne dimentichi, e va a finire che i tuoi giorni e i tuoi pensieri, e dunque tutti i tuoi sforzi, ruotano sempre e solo attorno alla fatica del singolo metro di roccia da scalare. Guardando solo attraverso i pochi centimetri di spazio fa noi e la roccia ruvida, la vita sembra tutta uguale. Monotona. dura e insopportabile. Un disco inceppato che ripete sempre la stessa nota. E ovviamente più passa il tempo e più aumenta lo sfinimento, la rabbia, la paura di rimanere bloccati in quel punto anonimo. E per la fretta di arrivare alla cima, che nemmeno vediamo tanto siamo distratti dalla roccia, ci imponiamo sacrifici, dubbi, scatti esagerati a cui seguono momenti di totale immobilità, e poi non ce la si fa più, si scivola, si cade, ci si fa malissimo, e solo quando gli occhi distinguono di nuovo il colore familiare della pietra la caduta lascia il posto all'ennesima forsennata impresa di risalita. Una macchinazione, un'automatizzazione dell'animo sfibrante e distruttiva.


Ma...mi sono fermata...e non sono caduta e...ho scoperto che fermarsi non significa ca(e)dere. Fermarsi un attimo dentro può anche significare aver trovato un piccolo appiglio su cui RIPOSARSI e riflettere un secondo. E finalmente guardarsi intorno. Io vedo un cielo azzurro, limpido e sicuro, riflette il mio stato di almeno momentanea riappacificazione. Vedo il sole, ricordo che il sole mi riscalda, mi da vita, ma chi se lo ricordava più, il sole, con la sola immagine della roccia fredda impressa nella testa?? Provo a guardare in alto, verso la cima...la luce è troppo abbagliante, non voglio accecarmi...ma almeno so che è vicina...so che esiste e che se la smetto di cadere sempre la raggiungerò presto. Quel posto dove stava la mia anima prima di essere rapita dalla brutalità del dolore, il posto dove l'equilibrio non te lo devi guadagnare con le unghia e con i denti, ma fa parte di te, dove sei al riparo, dove sei tu, e non più la tua brutta copia sbiadita...




FUORI:




Anche se "l'arido vero" tende a fregarsene di quello che succede dentro la mente di una persona, è anche vero che un cambiamento dall'interno può rivoluzionare incredibilmente il modo di porsi di fronte ad esso. Guardare la realtà e vederla come un monotono susseguirsi di obblighi, di domande senza risposta e di piaceri sostanzialmente brevi ed insufficienti di fronte all'enormità dei problemi, significa viverla con angoscia incessante. La vita è fatica, ed è lavoro, ovviamente. Non esiste qui nel mondo reale la possibilità di fermarsi a lungo e rilassarsi riflettendo sull'esistenza. Il mondo è un orologio. Magari sbagliato e ingiusto, ma spietatamente preciso. Non rallenta mai. E uscire dall'infelicità non significa uscire dal mondo, ma affrontarlo con un'altro spirito. Sapere che il mondo non è solo nuda roccia. Mi sono ricordata di tutti i pregi che mi posso permettere di pretendere da questo mondo, e mi sono accorta che se davvero ti impegni nel pretenderli, la vita ti accontenta. Fatta eccezione per l'imponderabile, scelta una strada, la si può davvero percorrere senza cadere e sbucciarsi o precipitare negli abissi oscuri. La luce si può rendere viva, e concreta, con le nostre azioni, decise, ma non di una decisione forzata o ossessiva. La fermezza di chi vuole guarire, di chi vuole voltare pagina e ricominciare a scrivere, magari bagnando il foglio di lacrime a volte, magari ritrovandosi a non saper che scrivere, ma almeno SCRIVERE, e non fissare senza parole il foglio che degli errori o delle ingiustizie hanno rovinato. Tentare a tutti i costi di coprire o cancellare il danno non servirà a tornare indietro.

Perciò, io giro pagina, e comincio a riprendere i vecchi colori che avevo dimenticato...e a dipingere la realtà cosi che mi piaccia e mi faccia sentire utile e viva...

venerdì 26 febbraio 2010

Dietro lo specchio


Assurdo trovare qualcosa che non si stava cercando...nascosti sotto la monotonia dei giorni sempre uguali, come goccie di rugiada sotto un prato apparentemente asciutto, a volte alcuni attimi ti riconducono in dei luoghi della coscienza che tu non sapevi nemmeno di voler conoscere..

Ma...succede...

Di inciampare e di cadere, ma in un modo diverso dal solito. All'inizio ordinario, doloroso, spaventoso...come spostarsi attraverso vetro affilato...ma improvvisamente efficace, perchè non l'hai scelto...

Ho inciampato ma non sono caduta nel baratro. Non sono neanche veramente caduta. Mi sono solo spostata, assorbita da una nube indefinita, inconscia, di pensieri rimossi, invisibili, e dunque ignorati fino ad ora.

Perdendomi attraverso quelle nubi, il dolore è passato, ed anche la rabbia, i desideri, sempre cosi ossessivi, sempre cosi assordanti...per quell'attimo non sperato, non cercato, sono spariti, per lasciare il posto ad una melodia silenziosa, irreale, eppure cosi vera. Ho sentito per la prima volta da anni il suono del silenzio, un silenzio interiore, cioè una sottile, impercettibile pace. Ho intravisto nella nebbia improvvisa i contorni di una verità che facevo finta di sapere, che sappiamo tutti ma che dimentichiamo. O meglio, crediamo di non aver più, perchè le esperienze negative si susseguono nell'animo e ingombranti nel cuore finiscono per nascondere la verità ai nostri occhi, la rendono invisibile, come la realtà oltre lo specchio. Finchè ti specchi, ogni giorno, di fronte alla stessa immagine, non ti rendi davvero conto che è solo una patina, una copertura, il coperchio di qualcosa di più profondo.

Nessuno sa che lo specchio delle nostre afflizioni e dei nostri problemi può rompersi. Come stare sdraiati su una distesa di rovi; si è talmente distratti dal dolore delle spine da non sapere che sotto c'è un'altra realtà mentale. Non altri rovi, quelli sono solo la superficie. Sotto c'è energia. Coperta da una spessa corteccia di malefico dolore cristallizzato, paure e mancanze solidificatesi ci imprigionano davanti allo specchio impedendoci di capire....ma quell'energia vitale resta. Ed ha una coscienza...

ed io l'ho sentita...pura e limpida seppur nascosta dalla nebbia. anche se per un attimo, anche se non l'ho cercata, ho avuto l'improvvisa consapevolezza di non essere sola dentro questo grande abisso oscuro. Quella luce che credevo spenta, che pensavo m'avesse abbandonata per sempre, confinando la mia vita ai confini del sopportabile, in un atroce vortice di disperazione e solo momentanea stabilità, in realtà ha sempre brillato, ed ha sofferto delle ferite, e del sangue versato da un cuore spezzato...perchè sapeva che illuminandomi m'avrebbe dato una speranza a cui aggrapparmi, ma non sapeva come penetrare la corteccia, come oltrepassare lo specchio...

probabilmente, senza volerlo, a forza di sbatterci la testa su quell'odioso specchio psicologico, ho fatto una crepa, piccola, ma sufficiente a ricordarmi della realtà dietro lo specchio.

Sorprendente non è averlo capito. Ma averlo SENTITO.

Voglio che quella luce resti stampata nei miei occhi, che esploda cosi da svegliarmi, e liberarmi dai fili che mi immobilizzano la ragione, che mi tramutano in marionetta nelle mani dell'inedia.

I feel hope

domenica 14 febbraio 2010

V




"L'unico verdetto è vendicarsi... Vendetta... E diventa un voto non mai vano poiché il suo valore e la sua veridicità vendicheranno un giorno coloro che sono vigili e virtuosi."

Perdonare, dimenticare, ignorare... pensieri perbuonistici di coloro che promulgano il perdono per pubblicizzare la loro assai ipocrita capacità di calpestare i diritti e i doveri di ogni persona che, vedendo calpestata la propria sacra dignità da qualcuno che non meriterebbe più d'uno sputo in faccia, dovrebbe zittirsi e inghiottire il bolo merdoso del soppruso in nome del "perdono".

"non punire, con atto nobile e generoso, un danno o un'offesa che altri ci hanno arrecato."

Questo è il perdonare secondo definizione. Ma è davvero nobile e generoso imbavagliare la propria libertà individuale lasciando impunita una crudeltà verso di essa? E' davvero generoso concedere ad un signor nessuno il permesso di rubarcela? E' davvero giusto fingere di essere nobili e generosi affidandosi al perdono? Io credo nel perdono. Ma non credo assolutamente che sia la soluzione a certe ingiustizie che mi avvelenano il sangue ogni volta che le vedo o che le subisco. una rabbia sorda e profonda mi offusca la mente e mi gonfia gli occhi di lacrime, mi ingozza di odio, e il mio dolore ingrassa, schiacciando la mia buona volontà con il suo peso disgustoso, mi annebbia la mente. Mi fa venire voglia di farmi del male.





Vi fate del male. Alcuni talmente tanto da aver perso ogni forma dì equilibrio. Talmente tanto da dimenticare a cosa servono i giorni se non a morire dentro pian pianino uccisi dalle stesse mani che vediamo attaccate ai nostri polsi, inutili se non servissero a colpirci, A ferirci, A PUNIRCI. Per il male che abbiamo fatto. Si, perchè DEVE essere cosi. Ci sentiamo puniti, sentiamo il dolore della punizione. Chi soffre riesce solo a pensare a cosa lo sta facendo soffrire e a cercare di fermarlo. Quando lo individuiamo, ragioniamo sul perchè di quel male; e la risposta che ci diamo è che siamo puniti per qualciosa di sbagliato. Perchè siamo sbagliati e allora andiamo corretti. Col dolore infertoci che però non sopportiamo. Allora l'unico modo di fermare quel dolore è finirci in fretta, con le nostre stesse mani. Ucciderci , eliminare il colpevole per eliminare la punizione. E la rabbia ingrassa sempre più ad ogni pezzetto della nostra libertà d'essere felici che gli facciamo mangiare. Ogni morso famelico, ogni conato, ogni colpo affilato, ogni unghiata, ogni giorno perduto, ogni occasione bruciata. Cibo per rabbia che partorisce follia, follia furiosa che ci sostituisce e ci guida verso l'autodistruzione.




TUTTA COLPA TUA. COLPA DELLA TUA INSENSIBILITA', DELLA TUA CATTIVERIA, DEL TUO IGNORARMI, DEL TUO INCOLPARMI SEMPRE, DEL TUO NON AMORE, DELLE TUE CONTINUE MANCANZE, DEI TUOI SILENZI, DELLE TUA URLA, DI TUTTO CIO' CHE NON AVEVO MAI FATTO E DI CUI TU MI HAI INCOLPATO, DI TUTTE LE FERITE CHE SANGUINANO DEL SANGUE CHE E' SOTTO LE TUE UNGHIA. COLPA DEL TUO ABBANDONARMI CONTINUO, DEL TUO NON CAPIRMI, DEL TUO FERIRMI, DEL TUO PUNIRMI, DEL TUO EGOISMO, DEL TUO PERBUONISMO, DELLA TUA IGNORANZA, DEL TUO NARCISISMO, DELLA TUA ASSENZA NELLA MIA VITA, DELLA TUA FALSITA', DELLA TUA PRESENZA INDESIDERATA. DI TUTTO CIO' CHE MI HAI NEGATO, CHE MI E' MANCATO, CHE NON HO E NON AVRO' MAI.

TUTTA COLPA TUA.

Se ancora adesso io non riesco ad odiarti, ma odio me stessa. Per non essere stata adeguata. Per non essere stata perfetta. Per non essere stata vuota, in modo tale da permetterti di riempirmi delle tue bugie, dei tuoi imbrogli, della verità che nascondi.
MA SONO STANCA. Perchè il bruciore di questa ferita che non si cicatrizza, le lacrime che mi rigano il viso e il fiume di sofferenza che mi corrode come l'acido che crudele mi lascia ancora in vita, me li hai inferti tu. E mi dicevo di perdonarti. E mi dicevo di dimenticare i tuoi difetti, e le ferite stesse. Mi dicevo che il perdono mi avrebbe salvata. Ma dov'era il perdono mentre mi uccidevo? Mentre spendevo le notti a bruciare fra le fiamme dell'inferno che hai acceso? Il perdono PRIVO di GIUSTIZIA è VUOTO. Un vano quadretto appeso al muro, da guardare ogni tanto mentre affoghiamo nel buio pesto. Si, posso perdonare. Per finta. Ma il dolore non finisce. E sono stanca di fingere e soffrire.
VOGLIO VENDETTA. voglio che il male che mi è stato fatto si trasformi in qualcosa di produttivo. Voglio convertire la rabbia grassa in energia, voglio che mi colmi senza farmi scoppiare, voglio che mi faccia respirare. Non ti voglio fare del male, non servirebbe. Ma non voglio nemmeno chiudere gli occhi e punire me al posto tuo. Ho bisogno di giustizia.
Quanti milioni di ore a convincermi che non serviva...ad ogni ora che passavo a negare la verità essa si faceva più evidente.
Nessuno merita di soffrire come un fottuto cane. Non voglio costruire il mio bene sul tuo male. Non voglio punirti. VOGLIO DISTRUGGERTI. Voglio cancellare con la forza questo dolore infame, affrontarlo faccia a faccia, non coprirlo col telo del "perdono" mentre mi massacra. Voglio acchiapparlo per le sue corna di demone e cacciarlo fuori da me. Rivoglio me stessa. Ecco cosa mi manca. IO MI MANCO. La dolce, innocente, meravigliosa consapevolezza che sono giusta e perfetta cosi come sono, e che non esiste essere sulla faccia della terra che possa cercare di correggermi. Se io agisco nel rispetto di me stessa e degli altri, posso essere felice. e se fingo di perdonarti, io non mi rispetto più.
Per guarire ho bisogno che tu venga distrutto. Almeno nel mio cuore. Cosi solamente potrò ricreare un idea di te che non mi faccia cosi male. Ma prima, maledetto, devo ucciderti.

La vendetta senza giustizia è inutile quanto il perdono senza convinzione. La migliore punizione sarà quella di riprendermi la vita senza odiarla più, amarla e coccolarla perchè non è lei a farmi del male, ma il male stesso, che si insinua dentro di lei come il dolore si è insinuato dentro di me...Voglio annaffiare con tutte le lacrime passate e futuro il germoglio della rivoluzione, voglio cambiare il mio presente e salvare il mio futuro dalla follia.


Il mio amore per me e per la mia vita sarà la mia peggiore vendetta. Costruirò sulla distruzione del tuo male la forza della mia rinascita.

giovedì 4 febbraio 2010

..Mente e Realtà..


Avete mai sentito parlare della legge di attrazione? Io fino a poco tempo fa non ne avevo mai sentito parlare, per cui ne riassumo in poche parole il significato. I nostri pensieri emettono vibrazioni, positive o negative a seconda della natura dei pensieri stessi. Così come un magnete, il nostro pensiero possiede una forza attrattiva, derivante dalla forza interiore dell'individuo in questione, capace di influenzare la realtà attirando a sè esperienze positive laddove la forza interiore sia incanalata in pensieri positivi, ed esperienze negative nel caso opposto in cui l'energia di cui disponiamo venga convertita in pensieri negativi. In parole spicciole, la mente trasmette ciò che pensa nella vita reale, e di conseguenza ciò che desidera tenderà ad ottenerlo, e ciò che teme tenderà a realizzarsi. Per fare un esempio, temere di avere un incidente stradale, e di conseguenza sprecare energia interiore in pensieri di preoccupazione, di ansia, a cui consegue una situazione fisica di fiato corto, disattenzione, stress, significa con molta probabilità avere davvere un incidente, poichè la realtà ha subito l'attrazione di quella negatività lasciandosene plasmare, sottomettendosi alla forma che la nostra mente le imprime.
Esempio opposto, desiderare ardentemente ed ottimisticamente qualcosa, per esempio un certo punteggio ad un esame, e quindi pensare attivamente a come poterlo raggiungere, agire per quello scopo, incanalare energia con sempre maggiore intensità per avere nella realtà dei fatti ciò che già si sente d'avere nella realtà psicologica, significa con molta probabilità ottenere davvero quel risultato, che non si sarebbe mai potuto raggiungere sprecando energia disperandosi o cercando inutilmente un modo per evitare la fatica o la bocciatura. In conclusione, la realtà non è che materia modellata innanzitutto nella mente, che rispecchia il modo in cui ciascuno utilizza la propria energia d'attrazione. Ho riflettuto parecchio su questo argomento, e sono convinta che per certi aspetti sia un'esagerazione credere che la realtà dipenda interamente dal nostro modo d'immaginarla. Per esperienza infatti mi sono ritrovata catapultata dalla vita in situazioni in cui non avrei mai potuto pensare di potermi trovare. La nostra dose di impotenza rispetto alla natura è indiscutibile, tant'è vero che un tumore può colpire con la stessa crudeltà un bambino di tre mesi che a stento riesce a formulare pensieri ed un vecchio signore che fuma da cinquant'anni; un delinquente ubriaco può uccidere allo stesso modo un'allegra ragazzina di quindici anni ed un padre di famiglia che porta a passeggio il cane. Addossare tutta la responsabilità dell'universo sulle nostre spalle è un'ingenua forzatura. Ma è anche vero che il nostro stile di vita e molte delle nostre esperienze dipendono dalla nostra forza di volontà, estremamente più potente di quanto sembri. Cose quotidiane come i litigi, i fallimenti, i sensi di colpa, le menzogne, le illusioni, le imposizioni, gli errori, ma anche il successo, il divertimento, la conoscenza, l'amicizia, l'amore, l'aiuto reciproco, la fiducia, dipendono dal modo in cui affrontiamo la vita. Vedere il mondo con gli occhi del cinismo e della delusione significa non trovare un motivo per viverlo.



Guardare le persone solo per gli sbagli che commettono o per il male che covano dentro significa non poter più avere fiducia in nessuno. Il male, non c'è dubbio, è ovunque, e se lo cerchi, non avrai alcun problema a trovarlo. Mi rendo conto che cercare il male, pensarlo, assorbirlo, significa davvero inquinare l'energia positiva che potremmo utilizzare più saggiamente per ottenere quello che vogliamo. Concentrarci sul male significa scoprire una realtà arida e vivere una vita inutile. Per molti aspetti la mente ha il potere di cambiare il corso della realtà, anche quando il dolore non dipende da noi. Perchè il dolore non è mai fuori, il dolore dipende dal modo in cui noi lo percepiamo. Per quel che mi riguarda, tutto il dolore a cui la vita ogni secondo mi sottopone, un dolore che deriva da una tragedia che nessun mio pensiero ha determinato e che ha colpito i miei cari, è un dolore tanto forte da poter uccidere, se lo assecondo. Ciò che io voglio non è fingere di stare bene, ma lottare per convertire il male in bene, la rabbia in forza, la paura in coraggio. Se anche voi pensate alle vostre paure, ai vostri tormenti ed ai vostri quotidiani affanni, vi consiglio di lasciar perdere, perchè purtroppo la vita non li risolverà, ma anzi non farà che renderli più disumani, rafforzata dalla forza negativa che i vostri pensieri racchiudono. Pensate a quello che dovete fare per stare bene davvero, e riprendetevi la voglia di vivere che il dolore vi ha rubato. Quando soffrite, pensate positivo e fate tornare la luce nel vostro cuore. La realtà, per quanto possibile, vi premierà.


[Mi dispiace che il blog sia rimasto deserto per mesi, ma purtroppo quando la vita ti chiede di lottare contro un nemico superiore alle tue possibilità, ogni briciola di tempo diventa fondamentale. Un saluto con affetto a tutti i bloggers!]

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