"Si sentiva come se non avesse un passato.
Come se si fosse trovata in quel luogo senza
sapere da dove veniva.
Era stanca di quella stanchezza che
sa dare solo il vuoto..."

-la solitudine dei numeri primi-

venerdì 26 febbraio 2010

Dietro lo specchio


Assurdo trovare qualcosa che non si stava cercando...nascosti sotto la monotonia dei giorni sempre uguali, come goccie di rugiada sotto un prato apparentemente asciutto, a volte alcuni attimi ti riconducono in dei luoghi della coscienza che tu non sapevi nemmeno di voler conoscere..

Ma...succede...

Di inciampare e di cadere, ma in un modo diverso dal solito. All'inizio ordinario, doloroso, spaventoso...come spostarsi attraverso vetro affilato...ma improvvisamente efficace, perchè non l'hai scelto...

Ho inciampato ma non sono caduta nel baratro. Non sono neanche veramente caduta. Mi sono solo spostata, assorbita da una nube indefinita, inconscia, di pensieri rimossi, invisibili, e dunque ignorati fino ad ora.

Perdendomi attraverso quelle nubi, il dolore è passato, ed anche la rabbia, i desideri, sempre cosi ossessivi, sempre cosi assordanti...per quell'attimo non sperato, non cercato, sono spariti, per lasciare il posto ad una melodia silenziosa, irreale, eppure cosi vera. Ho sentito per la prima volta da anni il suono del silenzio, un silenzio interiore, cioè una sottile, impercettibile pace. Ho intravisto nella nebbia improvvisa i contorni di una verità che facevo finta di sapere, che sappiamo tutti ma che dimentichiamo. O meglio, crediamo di non aver più, perchè le esperienze negative si susseguono nell'animo e ingombranti nel cuore finiscono per nascondere la verità ai nostri occhi, la rendono invisibile, come la realtà oltre lo specchio. Finchè ti specchi, ogni giorno, di fronte alla stessa immagine, non ti rendi davvero conto che è solo una patina, una copertura, il coperchio di qualcosa di più profondo.

Nessuno sa che lo specchio delle nostre afflizioni e dei nostri problemi può rompersi. Come stare sdraiati su una distesa di rovi; si è talmente distratti dal dolore delle spine da non sapere che sotto c'è un'altra realtà mentale. Non altri rovi, quelli sono solo la superficie. Sotto c'è energia. Coperta da una spessa corteccia di malefico dolore cristallizzato, paure e mancanze solidificatesi ci imprigionano davanti allo specchio impedendoci di capire....ma quell'energia vitale resta. Ed ha una coscienza...

ed io l'ho sentita...pura e limpida seppur nascosta dalla nebbia. anche se per un attimo, anche se non l'ho cercata, ho avuto l'improvvisa consapevolezza di non essere sola dentro questo grande abisso oscuro. Quella luce che credevo spenta, che pensavo m'avesse abbandonata per sempre, confinando la mia vita ai confini del sopportabile, in un atroce vortice di disperazione e solo momentanea stabilità, in realtà ha sempre brillato, ed ha sofferto delle ferite, e del sangue versato da un cuore spezzato...perchè sapeva che illuminandomi m'avrebbe dato una speranza a cui aggrapparmi, ma non sapeva come penetrare la corteccia, come oltrepassare lo specchio...

probabilmente, senza volerlo, a forza di sbatterci la testa su quell'odioso specchio psicologico, ho fatto una crepa, piccola, ma sufficiente a ricordarmi della realtà dietro lo specchio.

Sorprendente non è averlo capito. Ma averlo SENTITO.

Voglio che quella luce resti stampata nei miei occhi, che esploda cosi da svegliarmi, e liberarmi dai fili che mi immobilizzano la ragione, che mi tramutano in marionetta nelle mani dell'inedia.

I feel hope

domenica 14 febbraio 2010

V




"L'unico verdetto è vendicarsi... Vendetta... E diventa un voto non mai vano poiché il suo valore e la sua veridicità vendicheranno un giorno coloro che sono vigili e virtuosi."

Perdonare, dimenticare, ignorare... pensieri perbuonistici di coloro che promulgano il perdono per pubblicizzare la loro assai ipocrita capacità di calpestare i diritti e i doveri di ogni persona che, vedendo calpestata la propria sacra dignità da qualcuno che non meriterebbe più d'uno sputo in faccia, dovrebbe zittirsi e inghiottire il bolo merdoso del soppruso in nome del "perdono".

"non punire, con atto nobile e generoso, un danno o un'offesa che altri ci hanno arrecato."

Questo è il perdonare secondo definizione. Ma è davvero nobile e generoso imbavagliare la propria libertà individuale lasciando impunita una crudeltà verso di essa? E' davvero generoso concedere ad un signor nessuno il permesso di rubarcela? E' davvero giusto fingere di essere nobili e generosi affidandosi al perdono? Io credo nel perdono. Ma non credo assolutamente che sia la soluzione a certe ingiustizie che mi avvelenano il sangue ogni volta che le vedo o che le subisco. una rabbia sorda e profonda mi offusca la mente e mi gonfia gli occhi di lacrime, mi ingozza di odio, e il mio dolore ingrassa, schiacciando la mia buona volontà con il suo peso disgustoso, mi annebbia la mente. Mi fa venire voglia di farmi del male.





Vi fate del male. Alcuni talmente tanto da aver perso ogni forma dì equilibrio. Talmente tanto da dimenticare a cosa servono i giorni se non a morire dentro pian pianino uccisi dalle stesse mani che vediamo attaccate ai nostri polsi, inutili se non servissero a colpirci, A ferirci, A PUNIRCI. Per il male che abbiamo fatto. Si, perchè DEVE essere cosi. Ci sentiamo puniti, sentiamo il dolore della punizione. Chi soffre riesce solo a pensare a cosa lo sta facendo soffrire e a cercare di fermarlo. Quando lo individuiamo, ragioniamo sul perchè di quel male; e la risposta che ci diamo è che siamo puniti per qualciosa di sbagliato. Perchè siamo sbagliati e allora andiamo corretti. Col dolore infertoci che però non sopportiamo. Allora l'unico modo di fermare quel dolore è finirci in fretta, con le nostre stesse mani. Ucciderci , eliminare il colpevole per eliminare la punizione. E la rabbia ingrassa sempre più ad ogni pezzetto della nostra libertà d'essere felici che gli facciamo mangiare. Ogni morso famelico, ogni conato, ogni colpo affilato, ogni unghiata, ogni giorno perduto, ogni occasione bruciata. Cibo per rabbia che partorisce follia, follia furiosa che ci sostituisce e ci guida verso l'autodistruzione.




TUTTA COLPA TUA. COLPA DELLA TUA INSENSIBILITA', DELLA TUA CATTIVERIA, DEL TUO IGNORARMI, DEL TUO INCOLPARMI SEMPRE, DEL TUO NON AMORE, DELLE TUE CONTINUE MANCANZE, DEI TUOI SILENZI, DELLE TUA URLA, DI TUTTO CIO' CHE NON AVEVO MAI FATTO E DI CUI TU MI HAI INCOLPATO, DI TUTTE LE FERITE CHE SANGUINANO DEL SANGUE CHE E' SOTTO LE TUE UNGHIA. COLPA DEL TUO ABBANDONARMI CONTINUO, DEL TUO NON CAPIRMI, DEL TUO FERIRMI, DEL TUO PUNIRMI, DEL TUO EGOISMO, DEL TUO PERBUONISMO, DELLA TUA IGNORANZA, DEL TUO NARCISISMO, DELLA TUA ASSENZA NELLA MIA VITA, DELLA TUA FALSITA', DELLA TUA PRESENZA INDESIDERATA. DI TUTTO CIO' CHE MI HAI NEGATO, CHE MI E' MANCATO, CHE NON HO E NON AVRO' MAI.

TUTTA COLPA TUA.

Se ancora adesso io non riesco ad odiarti, ma odio me stessa. Per non essere stata adeguata. Per non essere stata perfetta. Per non essere stata vuota, in modo tale da permetterti di riempirmi delle tue bugie, dei tuoi imbrogli, della verità che nascondi.
MA SONO STANCA. Perchè il bruciore di questa ferita che non si cicatrizza, le lacrime che mi rigano il viso e il fiume di sofferenza che mi corrode come l'acido che crudele mi lascia ancora in vita, me li hai inferti tu. E mi dicevo di perdonarti. E mi dicevo di dimenticare i tuoi difetti, e le ferite stesse. Mi dicevo che il perdono mi avrebbe salvata. Ma dov'era il perdono mentre mi uccidevo? Mentre spendevo le notti a bruciare fra le fiamme dell'inferno che hai acceso? Il perdono PRIVO di GIUSTIZIA è VUOTO. Un vano quadretto appeso al muro, da guardare ogni tanto mentre affoghiamo nel buio pesto. Si, posso perdonare. Per finta. Ma il dolore non finisce. E sono stanca di fingere e soffrire.
VOGLIO VENDETTA. voglio che il male che mi è stato fatto si trasformi in qualcosa di produttivo. Voglio convertire la rabbia grassa in energia, voglio che mi colmi senza farmi scoppiare, voglio che mi faccia respirare. Non ti voglio fare del male, non servirebbe. Ma non voglio nemmeno chiudere gli occhi e punire me al posto tuo. Ho bisogno di giustizia.
Quanti milioni di ore a convincermi che non serviva...ad ogni ora che passavo a negare la verità essa si faceva più evidente.
Nessuno merita di soffrire come un fottuto cane. Non voglio costruire il mio bene sul tuo male. Non voglio punirti. VOGLIO DISTRUGGERTI. Voglio cancellare con la forza questo dolore infame, affrontarlo faccia a faccia, non coprirlo col telo del "perdono" mentre mi massacra. Voglio acchiapparlo per le sue corna di demone e cacciarlo fuori da me. Rivoglio me stessa. Ecco cosa mi manca. IO MI MANCO. La dolce, innocente, meravigliosa consapevolezza che sono giusta e perfetta cosi come sono, e che non esiste essere sulla faccia della terra che possa cercare di correggermi. Se io agisco nel rispetto di me stessa e degli altri, posso essere felice. e se fingo di perdonarti, io non mi rispetto più.
Per guarire ho bisogno che tu venga distrutto. Almeno nel mio cuore. Cosi solamente potrò ricreare un idea di te che non mi faccia cosi male. Ma prima, maledetto, devo ucciderti.

La vendetta senza giustizia è inutile quanto il perdono senza convinzione. La migliore punizione sarà quella di riprendermi la vita senza odiarla più, amarla e coccolarla perchè non è lei a farmi del male, ma il male stesso, che si insinua dentro di lei come il dolore si è insinuato dentro di me...Voglio annaffiare con tutte le lacrime passate e futuro il germoglio della rivoluzione, voglio cambiare il mio presente e salvare il mio futuro dalla follia.


Il mio amore per me e per la mia vita sarà la mia peggiore vendetta. Costruirò sulla distruzione del tuo male la forza della mia rinascita.

giovedì 4 febbraio 2010

..Mente e Realtà..


Avete mai sentito parlare della legge di attrazione? Io fino a poco tempo fa non ne avevo mai sentito parlare, per cui ne riassumo in poche parole il significato. I nostri pensieri emettono vibrazioni, positive o negative a seconda della natura dei pensieri stessi. Così come un magnete, il nostro pensiero possiede una forza attrattiva, derivante dalla forza interiore dell'individuo in questione, capace di influenzare la realtà attirando a sè esperienze positive laddove la forza interiore sia incanalata in pensieri positivi, ed esperienze negative nel caso opposto in cui l'energia di cui disponiamo venga convertita in pensieri negativi. In parole spicciole, la mente trasmette ciò che pensa nella vita reale, e di conseguenza ciò che desidera tenderà ad ottenerlo, e ciò che teme tenderà a realizzarsi. Per fare un esempio, temere di avere un incidente stradale, e di conseguenza sprecare energia interiore in pensieri di preoccupazione, di ansia, a cui consegue una situazione fisica di fiato corto, disattenzione, stress, significa con molta probabilità avere davvere un incidente, poichè la realtà ha subito l'attrazione di quella negatività lasciandosene plasmare, sottomettendosi alla forma che la nostra mente le imprime.
Esempio opposto, desiderare ardentemente ed ottimisticamente qualcosa, per esempio un certo punteggio ad un esame, e quindi pensare attivamente a come poterlo raggiungere, agire per quello scopo, incanalare energia con sempre maggiore intensità per avere nella realtà dei fatti ciò che già si sente d'avere nella realtà psicologica, significa con molta probabilità ottenere davvero quel risultato, che non si sarebbe mai potuto raggiungere sprecando energia disperandosi o cercando inutilmente un modo per evitare la fatica o la bocciatura. In conclusione, la realtà non è che materia modellata innanzitutto nella mente, che rispecchia il modo in cui ciascuno utilizza la propria energia d'attrazione. Ho riflettuto parecchio su questo argomento, e sono convinta che per certi aspetti sia un'esagerazione credere che la realtà dipenda interamente dal nostro modo d'immaginarla. Per esperienza infatti mi sono ritrovata catapultata dalla vita in situazioni in cui non avrei mai potuto pensare di potermi trovare. La nostra dose di impotenza rispetto alla natura è indiscutibile, tant'è vero che un tumore può colpire con la stessa crudeltà un bambino di tre mesi che a stento riesce a formulare pensieri ed un vecchio signore che fuma da cinquant'anni; un delinquente ubriaco può uccidere allo stesso modo un'allegra ragazzina di quindici anni ed un padre di famiglia che porta a passeggio il cane. Addossare tutta la responsabilità dell'universo sulle nostre spalle è un'ingenua forzatura. Ma è anche vero che il nostro stile di vita e molte delle nostre esperienze dipendono dalla nostra forza di volontà, estremamente più potente di quanto sembri. Cose quotidiane come i litigi, i fallimenti, i sensi di colpa, le menzogne, le illusioni, le imposizioni, gli errori, ma anche il successo, il divertimento, la conoscenza, l'amicizia, l'amore, l'aiuto reciproco, la fiducia, dipendono dal modo in cui affrontiamo la vita. Vedere il mondo con gli occhi del cinismo e della delusione significa non trovare un motivo per viverlo.



Guardare le persone solo per gli sbagli che commettono o per il male che covano dentro significa non poter più avere fiducia in nessuno. Il male, non c'è dubbio, è ovunque, e se lo cerchi, non avrai alcun problema a trovarlo. Mi rendo conto che cercare il male, pensarlo, assorbirlo, significa davvero inquinare l'energia positiva che potremmo utilizzare più saggiamente per ottenere quello che vogliamo. Concentrarci sul male significa scoprire una realtà arida e vivere una vita inutile. Per molti aspetti la mente ha il potere di cambiare il corso della realtà, anche quando il dolore non dipende da noi. Perchè il dolore non è mai fuori, il dolore dipende dal modo in cui noi lo percepiamo. Per quel che mi riguarda, tutto il dolore a cui la vita ogni secondo mi sottopone, un dolore che deriva da una tragedia che nessun mio pensiero ha determinato e che ha colpito i miei cari, è un dolore tanto forte da poter uccidere, se lo assecondo. Ciò che io voglio non è fingere di stare bene, ma lottare per convertire il male in bene, la rabbia in forza, la paura in coraggio. Se anche voi pensate alle vostre paure, ai vostri tormenti ed ai vostri quotidiani affanni, vi consiglio di lasciar perdere, perchè purtroppo la vita non li risolverà, ma anzi non farà che renderli più disumani, rafforzata dalla forza negativa che i vostri pensieri racchiudono. Pensate a quello che dovete fare per stare bene davvero, e riprendetevi la voglia di vivere che il dolore vi ha rubato. Quando soffrite, pensate positivo e fate tornare la luce nel vostro cuore. La realtà, per quanto possibile, vi premierà.


[Mi dispiace che il blog sia rimasto deserto per mesi, ma purtroppo quando la vita ti chiede di lottare contro un nemico superiore alle tue possibilità, ogni briciola di tempo diventa fondamentale. Un saluto con affetto a tutti i bloggers!]

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